domenica 28 marzo 2021

BLOGTOUR "STORIE LUNGHE UN ABBRACCIO" DI EMANUELA A. IMINEO - Il pulcino che voleva imparare a comandare

Questo lunedì è perfetto anche per parlarvi di un libro dolce dolce dolce... ed in particolare, oggi, io vi parlerò di una delle favole presenti al suo interno!



Titolo: STORIE LUNGHE UN ABBRACCIO
Autore: EMANUELA A. IMINEO
Editore: CORDERO EDIZIONI
Data pubblicazione: 29/3 (ed. ebook) - 4/4 (ed. cartacea)
Genere: Fiabe illustrate per bambini
Pagine: 140
Formato: digitale (euro 4,99) cartaceo (euro 16,99)

C’era una volta un gigantesco castello tra le nuvole e una bambina che sognava di diventare una fata… forse iniziavano così le favole di una volta, ma in questa raccolta di storie per bambine e bambini, saranno soltanto gli animali a parlare, portando a scoprire tanti piccoli insegnamenti da poter utilizzare nella vita reale! Grazie alla lettura di questa raccolta potrai imparare a: - Accettare te stesso senza sentire la necessità di diventare qualcun altro e gli altri per quello che sono. - A non aver paura del buio - Ad essere gentile con chiunque - Ad aiutare e a chiedere aiuto senza sentirsi troppo piccoli - A scoprire che non esiste un amico diverso, ma soltanto un amico! Gli animali incontrati ti insegneranno lezioni di vita importanti con una scrittura semplice e tante illustrazioni colorate!


Sette sono le favole che compongono questa raccolta dolcissima che Emanuela Imineo, l'autrice, ha dedicato a sua figlia, Sophia Victoria, il grande amore della sua vita, per cui ha scritto delle storie destinate ad insegnarle tutto ciò che le servirà nella vita... a piccoli passi, perseveranti.
Dopo il mio piccolo pensiero sulla "mia" storia potrete trovare anche le mie due domande all'autrice, se siete curiose di conoscere altri dettagli su di lei e sulle sue opere non dovrete far altro che seguire il blogtour e leggere le sue risposte a tutte le domande delle mie colleghe!

Il pulcino che voleva imparare a comandare


Leo è un pulcino di ben quindici giorni e vuole a tutti i costi comandare tutti gli animali della fattoria, come fa il suo idolo, il cane Tom, che abbaiando mette tutti gli altri abitanti della fattoria al loro posto.
Leo è caparbio, ed anche se mamma e papà, cercano di impedirgli di mettersi in pericolo, lui è molto curioso, cerca sempre l'avventura, perchè sa che al di fuori delle recinzioni c'è molto da esplorare!
Nel tentativo di trovare i segreti per capire come diventare il capo inizia a girare per la fattoria e inizia ad imbattersi in altri animali: incontra la pecora, la lumaca ed anche la coccinella.
Il desiderio di Leo però, grazie a questi incontri, cambia e si modifica: il piccolo pulcino non sente più di voler essere il capo di tutti, ma comprende che il bene più prezioso è quello di poter far parte di un gruppo, di collaborare con gli altri animali - di tutti i tipi e le specie - al fine di vivere in ambiente sereno e pronto ad essere interamente esplorato.

Come vi dicevo Leo è un piccolo pulcino molto intraprendente, che sogna di poter comandare su tutti gli altri, ma ben presto, attraverso le parole degli altri animali, qualcosa in lui cambia e decide che è meglio far parte di un gruppo, vivere l'avventura con coraggio e passione.
Leo ci insegna che ci vuole coraggio ad essere il capo, ad assumersi la responsabilità di occuparsi di un grande gruppo, ma ci vuole ancora più coraggio a essere parte del gruppo, ad aiutare sempre i compagni, e a non lasciare nessuno indietro.

Ed ecco a voi, prima di lasciarvi alle domande ad Emanuela, anche i titoli delle altre storie:

Il pinguino che voleva diventare amico dell'orca
L’elefante che voleva diventare una formica
La balena che voleva cambiare colore
Il pulcino che voleva imparare a comandare
La stella marina che voleva diventare una stella del cielo
Il corvo che si rifiutava di volare
La formica che aveva paura del buio




Ciao Emanuela ,  come organizzi il tuo tempo durante
le sessioni di scrittura, hai una sorta di giornata tipo in
cui   ti   imponi   orari   ben   definiti   per   scrivere   oppure,
semplicemente, quando ti sentì ispirata?

Ciao   Chiara   grazie   per   questa   bellissima   domanda.   In   realtà
sono una mamma single di una bambina di due anni: siamo in
un’età evolutiva molto particolare, da una parte Sophia Victoria
cerca   di   ottenere   la   sua   indipendenza   nelle   piccole   cose   e
conquiste,   dall’altra   ha   bisogno   spesso   di   me   come   figura   di
riferimento.   Questo   per   dirti   che   si,   mi   piacerebbe   molto
scrivere   quando   sento   l’ispirazione;   cogliere   quell’attimo   e
lasciarmi guidare da ciò che la mente partorisce, ma in realtà il
mio tempo di scrittura si adegua alle ore di sonno di mia figlia.
Scrivo   molto   durante   le   ore   notturne   –   grazie   a   tre/quattro
caffè. Sin da piccola il mio corpo non ha mai sentito l’esigenza
di dormire più di qualche ora e ora mi rendo conto che questo
adattamento,   mi   ha   dato   modo   di   avere   questo   piccolo
vantaggio   di   non   sentirmi   stanca     e   riuscire   ad   essere   una
madre presente per mia figlia e una scrittrice che scribacchia
cose  allo   stesso   tempo.  Anche   se   ammetto   che   diverse   scene
tenebrose - scritte rigorosamente in piena notte con solo la luce
dello   schermo   del   computer   acceso   -   mi   hanno   fatto   venire
spesso le palpitazioni per via di qualche scricchiolio di questa
vecchia casa.


Quando,   nella   tua   vita   o   nel   tuo   percorso   scolastico   e
lavorativo, hai compreso di volerti dedicare alla scrittura?

Molto bella anche questa domanda cara Chiara. In realtà, sin da
adolescente, mi dilettavo nello scrivere racconti o piccoli scene​
da recitare alla mia famiglia o da lasciare nel cassetto virtuale
del   computer,   ma   la   musa   ispiratrice   –   se   così   può   essere
chiamata   –   è   arrivata   un   anno   fa,  con   la   separazione   da   mio
marito. Sono una mamma, ma allo stesso tempo, ero una donna
ferita   e   dovevo   trovare   la   soluzione   per   soffrire,   ma   senza
lasciare che mia figlia si accorgesse di questo mio dolore. Mi
sono   gettata   a   capofitto   sui   fogli   bianchi   del   computer.   Ho
ripreso una vecchia storia, Borgo Opaco, che avevo scritto anni
fa e ho iniziato a revisionarla. Ho cambiato completamente il
manoscritto e, arrivata alla parola fine, mi sono resa conto che
in   quel   modo   avevo   vomitato   fuori   tutto   ciò   che   sentivo:   il
dolore, la rabbia, la tristezza. Ogni emozione stava scivolando
in   quelle   pagine.   In   una   sorta   di   rinnovamento   interiore,   ho
continuato a plasmare l’energia distruttiva che avevo dentro in
costruttiva, fino a lasciare andare completamente quella ferita
che faceva male.





1 commento:

  1. Sono contenta che il messaggio del pulcino ti sia arrivato in maniera forte e chiara, ma allo stesso tempo delicata e ti ringrazio per questa bellissima recensione!

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