martedì 2 ottobre 2018

REVIEW PARTY "Figli di sangue e ossa" di Tomi Adeyemi

Ed eccomi di nuovo amici, questa volta con...



Titolo: Figli di Sangue e Ossa
Autore: Tomi Adeyemi
Editore: Rizzoli
Genere: Fantasy
Pagine: 552
Prezzo: 18,00€
Data di uscita: 2 ottobre 2018

Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.


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Orïsha per molto tempo fu terra di magia, che derivava dalla presenza di Dei e Dee che, generosamente, condividevano questa magia con gli umani, in particolare con i maji, capaci di controllare il fuoco, le acque, ma non solo, capaci anche di controllare la vita e la morte, in base al Dio a cui erano affiliati.
Ma la monarchia del paese, distante dalla magia, decise di bandire, attraverso assassinii e distruzione, la magia e tutti coloro che erano in grado di possederla e gestirla: una notte terribile, infatti, attraverso un'azione su decisione del Re, vennero uccisi tutti i maghi adulti, in modo da estirpare tutti i conoscitori della magia, che non avrebbero in questo modo potuto insegnare ai bambini come praticarne.
Zèlie era solo una bambina quando sua madre venne, per colpa dei suoi poteri, uccisa brutalmente davanti ai suoi giovanissimi occhi, durante la notte in cui tutta la magia scomparve, e da allora, la paura e l'oppressione le si posarono come un mantello sulle spalle.
Con la sua pelle scura, gli occhi chiari e i capelli bianchi, Zèlie è l'emblema della magia, essa infatti presenta tutte le caratteristiche tipiche di quelli che erano i maji, e quindi, ha sempre vissuto una vita esposta agli occhi ed al giudizio di tutti, con la paura, un giorno, di essere tacciata come una maji, espondendola così al rischio concreto di una morte atroce.
Senza aver la possibilità di sviluppare la magia, Zèlie cerca di trovare altri modi per vivere al meglio, imparando perfino a combattere per, eventualmente, difendersi.
Un giorno, per una concatenazione di cause, lei e suo fratello si trovano al mercato a vendere pesce, quando per caso, incontra Amari, la preziosa principessa, figlia del re tirannico che ha ucciso la madre di Zèlie.

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Amari, al contrario di Zèlie, è cresciuta in una gabbia dorata, terrorizzata dal padre, lontana dalla madre, vivendo un rapporto di amore ed odio con suo fratello, e non conoscendo niente del mondo e della vita fuori dalle mura del suo castello. L'unico amico e confidente che aveva viene ucciso davanti agli occhi della giovane principessa, sempre a causa del terribile Re, suo padre, facendo crescere in lei il bisogno di evadere e fuggire dalla sua gabbia; scopre, inoltre, l'esistenza di una pergamena capace di donare la magia, e quindi, in un momento di lucida follia, ruba questo oggetto importantissimo e si da alla fuga, incappando appunto in Zèlie, che, a causa di un contatto fugace con la pergamena viene investita da un flusso di magia, e per la prima volta in vita sua, la sente scorrere tra le vene, agitarsi sotto la sua pelle, e la fa sentire completa.
Ad inseguire Amari, però, c'è suo fratello Inan, principe ereditario e a capo delle guardie, che, come suo padre, è diffidente nella magia ed ha tutte le intenzioni di distruggerla.
Le due ragazze decisono di fuggire, dopo aver scoperto che la pergamena è un artefatto che, insieme ad altri due oggetti, può riportare la magia nel mondo trasformando i divinner in maji, e le due sono convinte che sia necessario riportarla e abbattere il Re, iniziando una nuova era senza paure.

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Attorno a questo romanzo è nato un bellissimo supporto dai suoi fan, ma cosa rende tanto speciale questo romanzo, che ha, tutto sommato, una trama simile a molti altri? E' presto detto, almeno per quanto riguarda me, la scrittura, infatti, è la cosa che più mi ha colpito, ed in secondo luogo, la denuncia, non così velata, del fatto che esistano ancora, nel 2018, il razzismo, la paura e l'avversione per tutto ciò che è diverso dalla, cosiddetta, normalità.
Il ritmo della storia è incalzante, capace di farti volare attraverso le pagine, con velocità e trasporto, capace di insinuarsi sotto la pelle ancora più in fretta, impregnando il lettore di immenso desiderio di proseguire la storia; lo stile di Adeyemi è vibrante e, non a caso, magico, e tutto il mondo che ha creato è costruito in maniera incisiva e coinvolgente, e rende il lettore desideroso di tuffarsi a bomba tra le pagine ed esplorare Orïsha, respirando a pieni polmoni l'aria depurata di magia, che però, crepita e scalpita per tornare da sotto la pelle dei sostenitori della magia e degli Dei, perchè si possono uccidere le persone, ma, fortunatamente, non si possono uccidere le idee.

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L'altro punto che secondo me ha dato forza e consistenza alla storia è proprio la questione della paura del diverso che sfocia in violenza: il Re Saran è un uomo terribile, spregevole che combatte le sue paure rasando al suolo intere città e massacrando i maji, con la speranza di estirpare del tutto la magia, per innalzare la supremazia della sua razza, nata senza magia.
Questo è un riflesso dell'epoca moderna, dove ancora, nonostante i millenni passino, le tecnologie avanzino e la continua evoluzione e progressione dell'uomo, i pregiudizi contro chi è "diverso" siano ancora capaci di farla da padrone, creando delle disparità incolmabili in ogni parte del mondo, e contro ogni categoria, a partire dal colore della pelle fino ad arrivare agli orientamenti sessuali, politici e religiosi.

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Tornando ai protagonisti, che sono comunque, ovviamente, uno dei punti forti e principali del romanzo, ci troviamo davanti ad una narrazione che arriva a noi attraverso tre voci, quelle delle due ragazze e di Inan, e raccontano di loro tre, e di Tzain, fratello di Zèlie: i capitoli sono alternati tra questi tre protagonisti, e attraverso loro seguiamo non solo la loro avventura, ma anche, la loro stessa evoluzione e crescita.
Amari si assume un ruolo decisamente importante, poichè, già di sangue vive un ruolo decisamente importante ed in vista, e consapevole del fatto che le azioni contino più delle parole, diventare il volto, insieme a Zèlie, di una rivoluzione e del reintegro della magia, è una scelta coraggiosa e al tempo stesso, terribilmente, pericolosa, visto il nemico che le contrasta all'altro angolo del ring.
Zèlie è spinta dalla paura, quella che l'ha attanagliata per tutta una vita, e da cui ora trae la forza per aiutare Amari a sovvertire un regime che per troppo tempo ha oppresso il popolo.
Se i due personaggi femminili li ho adorati, non posso dire lo stesso del personaggio maschile di Inan, che per tutto l'arco narrativo non sa da che parte tirare, e come una bandiera al vento si fa trascinare e sbatacchiare da una parte all'altra delle due fazioni, senza mai comprendere quello che vuole veramente, cosa che spero vivamente riesca a comprendere nel seguito, perchè, una scelta, nel bene o nel male va pur sempre fatta, non si può essere carne e pesce allo stesso tempo.
Tirando le somme, il romanzo mi ha conquistata davvero, mi è piaciuto, mi ha fatto viaggiare e tifare perchè l'impresa delle due ragazze possa svilupparsi nel migliore dei modi e salvare il mondo da un uomo senza scrupoli.



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