lunedì 11 giugno 2018

REVIEW TOUR + BLOGTOUR "La squillo e il delitto di Lambrate" di Dario Crapanzano {SEM} - RECENSIONE

Ed eccoci tornati, come vi annunciavo questa mattina, con la recensione de...




Titolo: La squillo e il delitto di Lambrate
Autore: Dario Crapanzano
Casa Editrice: SEM
Genere: Giallo
Pagine: 192
Prezzo: 15,00€

Milano, 1951. Margherita, una bella ragazza poco più che ventenne, è una 'squillo' di alto bordo in una casa d'appuntamenti milanese. Un giorno viene a sapere che un'amica d'infanzia è accusata dell'omicidio del suo fidanzato, il capo di una banda della ligera - così era detta la malavita milanese - di Lambrate. Incredula, Margherita è certa della sua innocenza e si improvvisa detective per scoprire il vero colpevole e togliere così dalla galera l'amica del cuore. Rubando il tempo all'esercizio della professione, che svolge con fantasia e notevole successo, la ragazza si imbarca in una personale e solitaria indagine clandestina, senza poter usufruire dei mezzi e dell'autorevolezza delle forze dell'ordine. Contando dunque solo sulla sua intelligenza e un naturale intuito investigativo, passo dopo passo, fra mille difficoltà, Margherita imbocca la strada giusta e scopre alla fine il vero assassino, che consegna su un piatto d'argento alla polizia. In questo romanzo il lettore incontra personaggi davvero memorabili: accanto alla bella Margherita c'è l'astuta contessa che gestisce la casa d'appuntamenti di via Monte Rosa dove la nostra protagonista esercita la professione e i suoi altolocati clienti; ma anche Leonardo, il capo della banda della ligera di Porta Venezia, e poi una bellissima, giovane donna, sosia dell'attrice Silvana Mangano, pericolosamente attratta da chi lambisce la 'cattiva strada'...


La Seconda Guerra Mondiale è finita da pochi anni, e tutta l'Italia sta ricostruendosi e rimettendo insieme i pezzi di una nazione distrutta dal conflitto; la popolazione stremata dagli ultimi anni si barcamena come può per portare ogni giorno la pagnotta a casa e badare alla famiglia. Tra questa gente c'è Margherita Grande, detta Rita, che ha sfortunatamente perso entrambi i genitori, ed è costretta ad occuparsi, insieme alla nonna Angiolina, dei due fratellini gemelli minori, con cui vive in una 'casa di ringhera'; la giovane lavora alla Trattoria del Sole come cameriera da alcuni anni, e si è, lavorando molto sodo, persino guadagnata un piccolo aumento, tanto da concedere a lei e alla famiglia di respirare un po' di più. 

Ma si sa, i soldi non bastano mai e le sedici mila lire che la giovane cameriera guadagna non possono far fronte a tutte le necessità della casa; un giorno, per caso, la vita di Margherita cambia, nettamente, grazie ad una 'pacca sul sedere', ricevuta da una donna, che si identifica come Giulia Vergani, gestrice di una casa di appuntamenti, che ritiene che l'avvenenza e il fascino di Margherita sarebbero molto apprezzati dai suoi benestanti clienti.
Margherita, inizialmente, è riluttante ad accettare: cosa si potrebbe mai pensare di una donna che fa la squillo, se non qualcosa di estremamente negativo?
Ma la proposta che le perviene è interessante, e le permetterebbe di vivere, e far vivere la sua famiglia, in maniera dignitosa, senza farsi mancare più nulla.
La bella vita è un richiamo potente in anni di rinascita, e per questo, infine, accetta l'allettante proposta della matrona.
A dispetto di quello che pensava inizialmente, riusce a soddisfare le richieste dei clienti paganti, e riesce perfino a ritagliarsi del tempo per se, per leggere, andare al cinema ed uscire con gli amici.
Ed è proprio un'amica a dare l'ennesima svolta alla vita di Margherita: Irene, sua amica di vecchia data, viene accusata di aver ucciso il suo fidanzato, membro di spicco della Ligera, la criminalità della zona negli anni cinquanta.
Margherità è più che sicura che Irene sia innocente, e non può permettere che marcisca in carcere.
Comincia, quindi, così la prima indagine di Margherita Grande, alla ricerca di risposte e verità, che la porteranno nelle case ammassate della periferia, insieme ad una spalla particolare, il boss della Ligera.

Dario Crapanzano non sbaglia un colpo, e questa volta punta i riflettori sulla sua nuova protagonista, Margherita Grande, una bellissima e giovane squillo, che lavora in una Milano del dopoguerra, in cui l'Italia sta cercando di riassestarsi, e la popolazione si rimbocca le maniche.
Dopo la figura, molto famosa e che ha regalato la notorietà, di Mario Arrigoni, incontriamo una nuova star, una ragazza determinata a migliorare la propria condizione familiare, soprattutto perchè legata alla presenza dei giovani fratellini.
Quando per caso le cade una proposta lavorativa molto bizzarra dal cielo, lei non può non accettare, soprattutto se questo può permettere ai suoi fratelli di continuare gli studi, consentendo loro di realizzarsi molto più di quanto abbia potuto fare lei.



Margherita, dalla bellezza sconvolgente, è una ragazza con spiccate capacità intuitive, caparbia, intelligente e consapevole del suo ruolo nella società: tutte capacità che le permetteranno di esercitare al meglio, nella sua personale indagine al fine di scarcerare un'amica, la "professione investigativa".
La squillo è una donna estremamente pratica, con i piedi ben piantati a terra e molto razionale, curiosa, per niente incauta e preparata ad affrontare la vita con tutte le capacità che possiede.
Un personaggio, sicuramente, fuori dal comune, vista la sua professione, che però la inserisce in un contesto intellettuale, politico e legale non indifferente. Intrigante, intelligente, desiderosa di conoscere ed apprendere tutto ciò che le è concesso.
Una protagonista da tener d'occhio e da seguire nel proseguo delle sue avventure.

Nonostante di per se il libro non sia un tomone di mille pagine, la lettura scorre veloce attraverso una trama ben intricata e, a volte, richiama le indagini del commissario capo Arrigoni, ed è capace di intrappolare il lettore tra le sue pagine finchè non ha finito di leggere l'ultima pagina.

Molto spesso, quando trovo libri "piccolini", mi chiedo sempre se, effettivamente, in uno spazio così piccolo sia possibile creare una vera e propria opera composta di inizio, corpo centrale ben sviluppano e chiusura degna di un romanzo (giallo, in questo caso): questo libro mi ha regalato un'esperienza molto intensa, ed ha sviluppato in maniera egregia la trama, spalmandola per tutto il libro, che ha esaurito i miei desideri di vedere, finalmente, una donna a capo di un romanzo giallo italiano.

Lo stile di Crapanzano mi ha piacevolmente colpita, soprattutto perchè capace, non solo di portarti geograficamente lontano da casa, ma anche a livello temporale, accompagnandoci mano nella mano in una Milano del dopoguerra che si sta rialzando.
E' possibile percepire i profumi e gli odori della città, di percepirne i colori celati dalla coltre di nebbia che la culla, sentire il chiacchiericcio delle 'case a ringhiera', così attaccate da concedere a tutti di farsi gli affari di tutti.
Consiglio questo romanzo a chi, per una volta, vuole farsi guidare da una ragazza che segue solo il suo istinto e la logica, senza aver mai imparato a svolgere una vera indagine, senza però mai affidarsi alla fortuna cieca, ma bilanciando sempre ogni informazione su cui è possibile mettere le mani. Una detective controcorrente, ma entrata, a vele spiegate nel cuore dei suoi lettori.


NON DIMENTICATEVI IN QUESTI GIORNI DI SEGUIRE IL REVIEW TOUR!


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