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Gli mando un messaggio quando arrivo davanti a casa sua. Pochi secondi e FrozenRobot viene verso la mia macchina. Ha il cappuccio della felpa azzurra tirato su e se ne sta ingobbito come a volersi nascondere da chissà quale nemico invisibile.
«Insomma che ci andiamo a fare al luna park?» dice non appena salito in macchina.
«Pensavo di farti un favore. Tua madre sarà super contenta che esci un po’ a socializzare.»
Sbatte la nuca contro il poggiatesta. «Sì, l’hai detto anche al telefono. Ma la mia domanda è perché vuoi andarci.»
Ha la mandibola serrata e lo sguardo basso. Non sembra affatto in vena di scherzare. Non c’è bisogno di prendersela tanto, FrozenRobot. «Okay, bene. Giocherò anch’io a carte scoperte. Ho chiamato il penitenziario di McGreavy.» Pausa. «È dove sta mio padre, se proprio vuoi saperlo. Lo tengono rinchiuso lì. E comunque, volevo raccontarti quello che mi hanno detto su come fare per andare a trovarlo.»
«Insomma che ci andiamo a fare al luna park?» dice non appena salito in macchina.
«Pensavo di farti un favore. Tua madre sarà super contenta che esci un po’ a socializzare.»
Sbatte la nuca contro il poggiatesta. «Sì, l’hai detto anche al telefono. Ma la mia domanda è perché vuoi andarci.»
Ha la mandibola serrata e lo sguardo basso. Non sembra affatto in vena di scherzare. Non c’è bisogno di prendersela tanto, FrozenRobot. «Okay, bene. Giocherò anch’io a carte scoperte. Ho chiamato il penitenziario di McGreavy.» Pausa. «È dove sta mio padre, se proprio vuoi saperlo. Lo tengono rinchiuso lì. E comunque, volevo raccontarti quello che mi hanno detto su come fare per andare a trovarlo.»
Alza il mento e guarda fisso davanti a sé. Non sembra minimamente scalfito dalla notizia che mio padre è dietro le sbarre. È come se gli avessi appena detto che lavora in una tavola calda del centro.
«Hai sentito quello che ho detto? Mio padre è detenuto nel penitenziario di McGreavy.»
Roman non si volta a guardarmi.
«E non facevi prima a dirmelo per telefono?»
«Be’, sì. Ma ho pensato che poteva essere divertente andare al luna park e così avrei potuto dirtelo di persona.»
«Divertente?» sputa fuori come aveva fatto con la parola “amici” la prima volta che l’ho conosciuto. Alla fine, si volta a guardarmi. «Ma chi sei?»
Premo il piede sull’acceleratore e tengo lo sguardo incollato alla strada, sforzandomi di non dare a vedere quanto il suo tono mi faccia soffrire. Lascio cadere la domanda perché temo di non avere una risposta. Percorriamo il resto del tragitto in silenzio.
- Il mio cuore e altri buchi neri, Jasmine Warga
Chiara
- Il mio cuore e altri buchi neri, Jasmine Warga
Chiara
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