Questi sono giorni strani, come ben saprete: siamo in mezzo ad una strana guerra contro un nemico che non vediamo, e stiamo cercando di riprendere una parvenza di normalità... attraverso piccoli gesti quotidiani, attraverso una piccola fessura sulla libertà che speriamo di vedere presto ed anche attraverso i libri, quelli semplici e belli, che ci regalano ore in tranquillità come "Caffè Voltaire" il protagonista di questo blogtour!
Titolo: Caffè Voltaire
Autore: Laura Campiglio
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 264
Prezzo: 18,00€/9,99€
Data di uscita: 5 Maggio 2020
Svoltati i trentacinque, Anna Naldini ha la sensazione di ritrovarsi dalla parte sbagliata della trentina: quella in cui la sbornia diventa dura da smaltire, ma soprattutto quella in cui dai progetti è ora di passare ai bilanci. Ma c'è di peggio. Nel giorno del suo compleanno perde la più importante tra le otto collaborazioni precarie di cui si fregiava il suo barocco curriculum: il lavoro di reporter per "La Locomotiva", il quotidiano di sinistra per antonomasia. Non si scoraggia, e dopo la sbronza di rito è pronta a rimettersi in gioco dal tavolino del Caffè Voltaire, il suo bar di riferimento. Sarà il giornale più a destra del Paese, "I Probi Viri", a proporle di seguire una campagna elettorale che si preannuncia agguerritissima dopo l'improvvisa caduta del governo. Perfetto, se non fosse che "La Locomotiva" la richiama: ad Anna non resta che celarsi dietro due pseudonimi - Voltaire e Rousseau - e gettarsi nell'agone politico, prestandosi a un doppio gioco in cui vero e falso si confondono sempre di più. Nell'epoca della post-verità, si può scrivere tutto e il contrario di tutto sperando di uscirne indenni? Tra slogan elettorali, scorrettezze di bassa lega e fake news (con l'aggravante di un inatteso incontro romantico), Anna si renderà conto che fare la cosa giusta non è facile come sembra. E pensare che tutto è iniziato con un innocuo motivetto francese sugli illuministi, Voltaire e Rousseau appunto, che il nonno Pietro da Lomello, un vecchio saggio pragmatico e ironico, le cantava quand'era piccola... Una commedia fresca e incalzante, brillante e attuale, che coniuga un riuscitissimo ritratto generazionale al racconto informato di una campagna elettorale perfettamente calata nel presente.
Anna ha superato la boa dei trentacinque anni e si barcamena come può in un mondo che non vuole dalle certezze, che la lascia vivere nel precariato, nonostante tutti gli sforzi compiuti nella sua vita per poter essere migliore, per elevarsi da un punto di vista culturale, sociale, lavorativo e quindi economico.
Eppure non c'è pace per lei, che vive di otto collaborazioni che le consentono di sopravvivere; un giorno, quello del suo compleanno, però, perde la sua collaborazione più importante, quella come giornalista con "La Locomotiva" un giornale dichiaratamente di sinistra.
Non è facile, ad oggi, trovare un nuovo lavoro, finchè riesce a farsi spazio tra le file della brigata di giornalisti del "I Probi Viri", un giornale, invece di destra.
La situazione si complica quando "La Locomotiva" la richiama e lei decide di scrivere per entrambi i giornali, attraverso due pseudonimi, Voltaire e Rousseau.
Ed è attraverso il sostegno delle amiche di sempre e del suo amato nonno Pietro (a cui sono molto legata, perchè anche il mio di nonno Pietro era un uomo meraviglioso) scrive per entrambe le testate, nel posto dove si sente più al sicuro al mondo, dove sente di essere a casa: il caffè Voltaire con cui ama bere il caffè con la sua amica Randa.
Ed è qui, in questo suo rifugio, che Anna trova l'ispirazione per dividere la sua anima nelle parole di due mondi che si scontrano ogni giorno.
Ma cos'è un rifugio?
Il rifugio è un luogo dove cerchiamo riparo, dove cerchiamo una difesa da un'insidia.
Nella vita ognuno di noi ha bisogno di trovare un luogo, seppur astratto, dove poter essere se stesso, al riparo dalle paure, dalle difficoltà e dal male.
A volte è facile sentirsi al sicuro in un luogo, magari a casa propria, nel proprio letto, in un angolo del giardino dove batte sempre il sole.
In riva al lago, placido e calmo oppure sulla spiaggia, con le onde che sbattono sul bagnasciuga.
Qualcuno lo trova al bar sotto casa, dove il barista appena ti vede ti porta "il solito".
Ci sono persone che si rifugiano nel lavoro che amano e per cui si sono impegnati tanto, che hanno sputato sudore e fatica per ottenerlo.
Altri, quelli più fortunati, hanno il rifugio a casa dei nonni, magari sul divano seduti a fianco dei nonni.
Tra le braccia di una mamma, di un papà, di un fratello o una sorella.
A letto affianco ai propri figli o del proprio compagno.
Perchè l'amore, come cita Russel, è un piccolo porto in cui rifugiarsi dal mondo.
Qualcuno trova rifugio tra le pagine di un libro, tra le avventure fantastiche di fate e vampiri, in castelli sulle Alpi, alla ricerca di un assassino.
Rivestire, anche solo nella fantasia, i panni di un'altra persona può salvarci da una monotonia, dalla paura.
In un mondo che adesso fa paura abbiamo tutti bisogno di un porto sicuro...ed il vostro qual è?
Anna ha superato la boa dei trentacinque anni e si barcamena come può in un mondo che non vuole dalle certezze, che la lascia vivere nel precariato, nonostante tutti gli sforzi compiuti nella sua vita per poter essere migliore, per elevarsi da un punto di vista culturale, sociale, lavorativo e quindi economico.
Eppure non c'è pace per lei, che vive di otto collaborazioni che le consentono di sopravvivere; un giorno, quello del suo compleanno, però, perde la sua collaborazione più importante, quella come giornalista con "La Locomotiva" un giornale dichiaratamente di sinistra.
Non è facile, ad oggi, trovare un nuovo lavoro, finchè riesce a farsi spazio tra le file della brigata di giornalisti del "I Probi Viri", un giornale, invece di destra.
La situazione si complica quando "La Locomotiva" la richiama e lei decide di scrivere per entrambi i giornali, attraverso due pseudonimi, Voltaire e Rousseau.
Ed è attraverso il sostegno delle amiche di sempre e del suo amato nonno Pietro (a cui sono molto legata, perchè anche il mio di nonno Pietro era un uomo meraviglioso) scrive per entrambe le testate, nel posto dove si sente più al sicuro al mondo, dove sente di essere a casa: il caffè Voltaire con cui ama bere il caffè con la sua amica Randa.
Ed è qui, in questo suo rifugio, che Anna trova l'ispirazione per dividere la sua anima nelle parole di due mondi che si scontrano ogni giorno.
Ma cos'è un rifugio?
Il rifugio è un luogo dove cerchiamo riparo, dove cerchiamo una difesa da un'insidia.
Nella vita ognuno di noi ha bisogno di trovare un luogo, seppur astratto, dove poter essere se stesso, al riparo dalle paure, dalle difficoltà e dal male.
A volte è facile sentirsi al sicuro in un luogo, magari a casa propria, nel proprio letto, in un angolo del giardino dove batte sempre il sole.
In riva al lago, placido e calmo oppure sulla spiaggia, con le onde che sbattono sul bagnasciuga.
Qualcuno lo trova al bar sotto casa, dove il barista appena ti vede ti porta "il solito".
Ci sono persone che si rifugiano nel lavoro che amano e per cui si sono impegnati tanto, che hanno sputato sudore e fatica per ottenerlo.
Altri, quelli più fortunati, hanno il rifugio a casa dei nonni, magari sul divano seduti a fianco dei nonni.
Tra le braccia di una mamma, di un papà, di un fratello o una sorella.
A letto affianco ai propri figli o del proprio compagno.
Perchè l'amore, come cita Russel, è un piccolo porto in cui rifugiarsi dal mondo.
Qualcuno trova rifugio tra le pagine di un libro, tra le avventure fantastiche di fate e vampiri, in castelli sulle Alpi, alla ricerca di un assassino.
Rivestire, anche solo nella fantasia, i panni di un'altra persona può salvarci da una monotonia, dalla paura.
In un mondo che adesso fa paura abbiamo tutti bisogno di un porto sicuro...ed il vostro qual è?
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