giovedì 5 ottobre 2017

REVIEW PARTY "Tutta colpa delle meduse" di Ali Benjamin {IL CASTORO}

Buongiorno amici dei libri, buon giovedì!
Quest'oggi vi porto sul blog la mia recensione, in occasione del Review Party, dedicata al romanzo di esordio di Ali Benjamin, edito Il Castoro ed uscito il 21 settembre 2017!



Titolo: Tutta colpa delle meduse
Titolo originale: The thing about Jellyfish
Autore: Ali Benjamin
Editore: Il castoro
Genere: Libri per ragazzi
Pagine: 318
Prezzo: 13,50€
Data di uscita: 21 settembre 2017




A volte, proprio quando ci sentiamo più soli, il mondo decide di aprirsi a noi nei modi più inaspettati.
Una perdita dolorosa. La ricerca di una verità che possa rimettere insieme i pezzi. E tendere verso la meraviglia e la possibilità.

Suzy Swanson sa un sacco di cose che gli altri non sanno. Sa che ogni anno sulla Terra 150 milioni di persone vengono punte da una medusa. Sa quanto dormono le formiche ogni giorno. Ma, soprattutto, sa di avere fatto una cattiveria tremenda alla sua ex migliore amica, Franny Jackson. E vorrebbe tanto poter rimediare. Però sa anche che è impossibile, perché la vita di Franny è stata spezzata all’improvviso mentre nuotava nello splendido mare d’estate. Suzy non si dà pace e si convince che la causa sia stata la puntura di una rara medusa. Mentre decide di non parlare più fino a quando avrà dimostrato la sua teoria, Suzy comincia a guardarsi attorno con occhi diversi che le rivelano piccole sorprese e piccoli gesti, oltre all’amore e alla speranza di cui ha disperatamente bisogno per riuscire a perdonarsi.


Suzy, Zu, Swanson è una ragazzina di dodici anni che frequenta la seconda media e che, pochi giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico ha perso, quella che è stata per tanto tempo, la sua migliore amica affogata nell'Oceano. Da quel momento Zu, oltre a non spiccicare più parola con nessuno, non è in grado di darsi pace, come ha potuto Franny, provetta nuotatrice, ad affogare? Impossibile, dev'esserci sicuramente una spiegazione più logica che possa spiegare come il cuore della sua amica abbia cessato di pompare sangue. Comincia così la ricerca di Zu verso la causa per la quale la sua amica non è più qui; l'ipotesi più papabile per la nostra giovane protagonista è che sia stata una medusa ad uccidere Franny: il leggero ed impalpabile sfioramento di uno dei suoi tentacoli contro la pelle di Franny potrebbe essere bastato per avvelenarla.
Ma per poter dimostrare che è colpa dell'Irukandji, una delle meduse più letali del pianeta, Zu svolge ricerche approfondite sull'argomento che la portano a scoprire ogni sorta di informazione che riesce ad ottenere sull'argomento e diventa per lei un'ossessione: pensa alle meduse, parla (da sola) di meduse, sogna le meduse. Questo bisogno di risposte serve ad acquietare l'animo della giovane, che si sente colpevole perchè l'ultima volta che ha visto l'amica viva, questa era in lacrime proprio a causa di Suzy.
L'avventura di Zu è un dolcissimo viaggio alla ricerca di risposte, di un'identità propria, di una propria dimensione nel mondo, dopo che il suo mondo è stato sconquassato dalla morte della sua amica.


Se la gente stesse in silenzio, riuscirebbe a sentire molto meglio i rumori della propria vita. Se la gente stesse zitta farebbe risultare ciò che dice, qualsiasi cosa abbia deciso di dire, più importante. Se le persone stessero zitte potrebbero leggere i segnali l'una dell'altra.

Ci troviamo di fronte ad un libro per ragazzi estremamente profondo, che affronta delle tematiche importanti, spesso celate sotto spessi strati di tabù e celati agli occhi dei più giovani: la morte, il lutto, il dolore. Il divorzio di una coppia di genitori. L'omosessualità.
Incredibile come 309 pagine siano capaci di raccontarci di tutto questo ed indottrinarci anche rispetto alle meduse tanto amate, temute e rispettate da Zu.
E' evidente che il tema principale sia quello della morte: Franny muore a soli dodici anni, un'età in cui la morte non si dovrebbe vedere nemmeno con il binocolo, e Zu rimane, come ovvio, turbata e segnata dalla scomparsa dell'amica. Per lei è praticamente impossibile rassegnarsi alle semplici spiegazioni che danno gli adulti, come può la morte della sua amica essere solo 'successa e basta'? Non si muore così a dodici anni! E allora, tra una seduta da una psicoterapeuta ed una lezione di biologia della signora Turton, Zu cerca risposte attraverso lo studio delle meduse, esseri apparentemente fragili, ma letali che lei ritiene essere colpevoli della scomparsa dell'amica.

[...] Uno scienziato definiva 'la cosa più sorprendente dell'universo', e cioè che tutti gli esseri viventi sono composti di atomi di stelle collassate. Dentro di noi c'erano niente di meno che le stelle stesse.
Eravamo fatti di polvere di stelle.


Zu, è fragile, profondamente segnata dalla perdita ed incapace di esprimere i sentimenti contrastanti che prova nei confronti di Franny. Chiusa in un bozzolo di silenzio, e senza nessun amico, vive la sua seconda media come un anno di domande senza risposta, di dubbi e di senso di inadeguatezza.
Ma Zu, è anche, immensamente, forte: lucida, calcolatrice, razionale ed impossibile da abbattere; le cattiverie dei coetanei nonostante la colpiscano nel profondo non le fanno mai abbassare la testa.



Le meduse non si lasciano affossare nel dramma, nell'amore, nell'amicizia o nel dispiacere. Non si lasciato incastrare da nessuna di quelle cose che portano solo problemi alle persone. 
[...] Si passano accanto, lasciandosi trasportare. Non smettono mai di muoversi, non smettono mai di pulsare nelle profondità del mare.

L'elaborazione del lutto avviene per gradi, come è naturale che sia, ed avviene in maniera molto spontanea da parte della nostra giovane protagonista: il suo percorso personale e le sue ricerche la portano ad esplorare la vita di esseri praticamente immortali, le permettono di interiorizzare e canalizzare le sue energie in un progetto che le consente di poter dire addio. La ricerca spasmodica di una causa tangibile la aiuta ad alleviare il peso della colpa che la schiaccia, ed una volta avuta la risposta tanto agognata è anche in grado di poter andare avanti.
Zu è una protagonista dalla sensibilità ancestrale ed evidente, che percepisce gli stimoli fin nel profondo con un'empatia commovente che riesce, poco a poco, a ricostruire una parte di se affogata insieme a Franny.

Dire addio è importante. E' ciò che ci permette di ricominciare a vivere.

La piccola vive con sua mamma, poichè i suoi genitori sono divorziati: i genitori di questa ragazzina sono uno splendido esempio di come un amore così grande, come può essere quello per i figli, sia in grado di avvicinare anche i cuori e le menti più distanti; accomunati, infatti, dal profondo amore che provano per i figli entrambi i genitori collaborano e si adoperano per garantire loro la soddisfazione di tutti i bisogni, psicologici e fisici, di cui hanno necessità, abbattendo le differenze e le motivazione che li hanno allontanati. 
La mamma ed il papà di Zu, sono genitori preoccupati per la loro bambina, incastrati tra il bisogno di aiutarla e la necessità di lasciarle vivere il suo momento di dolore nel migliore dei modi senza interferire troppo con la cicatrizzazione delle sue ferite psicologiche e sentimentali.


Forse, invece di sentirci come un granello di polvere potremmo ricordarci che tutte le creature di questa Terra sono fatte di polvere di stelle. 

E noi siamo gli unici ad averne la consapevolezza.
[...] Gli esseri umani potranno anche essere gli ultimi arrivati su questo pianeta. E saremo anche del tutto vulnerabili. Siamo anche gli unici a poter decidere di cambiare, però.



E poi ci sono Aaron, il fratello maggiore di Suzy, e Rocco, il suo compagno: le loro figure sono appena accennate, purtroppo, ma è splendido il rapporto creato tra la coppia e gli altri membri della famiglia; in un momento così delicato in cui siamo ancora circondati da castelli di omofobia è importante dimostrare quanto il sesso di due persone non influenzi in alcun modo l'amore che possono provare tra loro, e con coloro che li circondano.

Il trucco per qualsiasi cosa è credere, semplicemente, che la puoi fare. Quando credi nella tua capacità di fare qualcosa, anche una cosa che ti fa paura, questo ti dà quasi un potere magico. La fiducia in se stessi è magica. Può aiutarti a superare tutto.


Complice lo stile scorrevole ed estremamente immediato dell'autrice, il romanzo scorre fluidamente riversandosi in noi senza il minimo sforzo; nonostante sia un romanzo dedicato ad una fascia di ragazzini molto giovani questo libro è in grado di arrivare a persone di tutte le età.
Il romanzo, nonostante le premesse e le tematiche piuttosto impegnative trattate, è toccante ma non pesante. Un inno alla vita, un invito a vivere ogni secondo della nostra esistenza in maniera intensa ed esaltante.
Uno magnifico e toccante romanzo d'esordio per l'americana Ali Benjamin, che con questa piccola perla ha incantato tutti e scalato le classifiche; un successo meritato.



Chissà, forse la fine di ogni persona non è il giorno in cui muore, ma l'ultima volta che qualcuno parla di te. Forse quando muori non scompari per davvero, ma ti dissolvi in un'ombra, buia e indefinita, si vede solo il tuo contorno. E con il tempo, man mano che la gente si dimentica di te, poco alla volta la tua sagoma si confonde con l'oscurità, fino all'ultima volta in cui qualcuno pronuncia il tuo nome su questo pianeta. E' in quel momwnro che il tuo ultimo tratto - la punta lentigginosa del naso, o la forma a cuore delle labbra - sparisce per sempre.
Se questo è vero, è una buona ragione per astenersi dal pronunciare il nome di qualcuno dopo la sua morte. Perchè non si può mai sapere. Non si può mai sapere quale volta in cui lo pronunci potrebbe essere l'ultima volta.
E allora quel qualcuno sparirà per sempre.

NON VORRETE PERDERVI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI AL REVIEW PARTY, VERO!? CORRETE A SBIRCIARE!


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Ricordatevi di cliccare sui loro nomi!
Enjoy,
Chiara🐟


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