martedì 13 giugno 2017

BLOGTOUR "Le cose che credevamo di sapere" di Mahsuda Snaith, RECENSIONE

Ciao amici dell'etere! Bentornati sul blog, oggi per voi la quinta e penultima tappa del blogtour dedicato al romanzo di esordio di Mahsuda Snaith che vi avevo già presentato qualche tempo fa (presentazione che se volete potete trovare QUI). 







Titolo: Le cose che credevamo di sapere
Titolo originale: The things we thought we knew
Autore: Mahsuda Snaith 
Editore: Corbaccio
Pagine: 306
Data di pubblicazione: 1 giugno 2017
Prezzo: 16,90€ cartaceo, 9,99€ ebook






Ravine vive da dieci anni prigioniera del suo letto e della sindrome da dolore cronico che l'ha colpita la sera in cui la sua migliore amica Marianne ed il fratello di quest'ultima scompaiono dalla sua vita; passa più della metà della sua vita soffrendo di un male che le impedisce qualsiasi tipo di attività e qualsiasi tipo di rapporto sociale con il resto del mondo. 
Sua madre, che lei chiama Amma, è l'unica persona che vortica nella sua orbita ed è una donna dall'inesauribile speranza e forza di volontà che la sprona ogni giorno a cercare di migliorare la sua condizione attraverso esercizi mirati al miglioramento della sua salute; Ravine invece ha perso la voglia di combattere e si è semplicemente arresa a vivere la sua vita nel suo letto, che negli anni è diventato una sorta di limbo dove annegare e dove annullarsi.
Al compimento dei suoi 18 anni, la sua Amma, le regala un diario per aiutarla ad esternare tutto ciò che la dilania dall'interno e che sicuramente peggiora il suo stato fisico, ed effettivamente quando Ravine inizia a far scorrere le parole sulle pagine qualcosa dentro di lei cambia, le dighe che le facevano tenere tutto dentro si spaccano e lei inizia a buttare fuori tutto quello che prova e che non ha mai avuto il coraggio di esternare e quanto la mancanza di Marianne l'abbia logorata.
Man mano che le parole fluiscono fuori dalla sua penna per riversarsi sulle pagine bianche la condizione fisica di Ravine migliora: più lei scrive e più il dolore sparisce, come se tutto quello che Ravine si porta dietro da dieci anni sia stata la zavorra che l'ha tenuta ancorata al dolore cronico. Ravine diventa una mongolfiera che eliminando la zavorra può ricominciare la sua salita verso la vita.

"Provai a scappare ma solo girare la testa mi procurò un dolore atroce. Non mi ero mai rotta un osso, non mi avevano mai estratto un dente e benché mi riempissi facilmente di lividi guarivo velocemente. Quel dolore era così acuto che i muscoli si bloccarono all'istante, gli occhi versarono lacrime e per un certo lasso di tempo il mondo scomparve."


Il percorso che Mahsuda Snaith ci propone è un viaggio tra i ricordi che sono ben impressi nella mente di Ravine e che l'hanno portata a vivere una vita a metà, divisa tra la paura del mondo e i rimorsi che la lacerano dall'interno; una storia di amicizia, speranza e segreti che si intrecciano creando una trama che vuole sviscerare quanto la nostra condizione mentale possa influire negativamente e positivamente la nostra salute, creando una ragnatela di misteri che rende il percorso di 'recupero' di Ravine ancora più interessante.

Questa storia per la prima volta si è delineata nella mente dell'autrice quand'essa aveva solo sedici anni, è stata poi rivisitata e aggiustata fino a diventare l'interessante e coinvolgente romanzo d'esordio di Mahsuda Snaith, che scrive in maniera fluida e diretta con un linguaggio alla portata di tutti. L'autrice ha sviluppato la storia in due filoni, il presente ed il passato, che si intersecano fra loro dandoci un quadro generale della situazione e dandoci a poco a poco le risposte di cui abbiamo bisogno; un parallelismo che a me è piaciuto e mi ha coinvolto su entrambi i fronti.
La protagonista della storia e voce narrante della storia è Ravine che attraverso i suoi pensieri dedicati a Marianne racconta della sua esistenza solitaria in balia di se stessa, della sofferenza che patisce a compiere ogni movimento e dell'impresa ardua che è per lei vivere e andare alla deriva senza potersi fermare. Ravine è arrabbiata, rancorosa nei confronti di chi l'ha abbandonata rendendola cupa, scortese, tremendamente sola ed ammettiamolo, a volte anche egoista.
Il percorso di crescita che ha la nostra protagonista ci viene presentato in tutte le sue fasi, tra cui la più importante è sicuramente la consapevolezza che Ravine acquisisce nel momento in cui capisce che l'unico modo per conquistare il dolore e sconfiggerlo è quello di affrontare gli errori, e gli orrori del suo passato.
Prima di tutto questo percorso che riporterà Ravine a vivere una vita degna di questo nome la rabbia, la paura e la frustrazione vengono rimbalzate sulla Amma della giovane, che però subisce senza mai arrendersi e senza perdere di vista l'obiettivo: dare a Ravine la vita meragliosa che merita coccolandola con manicaretti e con totale devozione dei suoi confronti.
Questi due personaggi sono quelli che più mi hanno colpita di più, descritti e delineati perfettamente ci mostrano come la vita possa cambiare e scombussolare i nostri piani e che esistono due modi di reagire a questo: arrendersi o lottare
Un altro degli argomenti cardine della storia è sicuramente l'amicizia tra le due bambine che la nostra protagonista non riesce a dimenticare: un'amicizia ricca, solida ma al contempo imperfetta e disseminata di ostacoli.


"Mi salvasti quella notte, quando invece ero io che dovevo salvare te. Avevo fallito nell'unico compito che mi ero data. Il dolore che mi martoriava era una punizione per quel fallimento. La prigionia nella mia camera la pena per i crimini da me commessi contro l'amicizia."

Si arriva alla fine del romanzo decisamente arricchiti ma anche un po' provati perchè la storia è una montagna russa di commozione, dolcezza, tragedia, felicità che vanno a culminare nel momento in cui leggiamo cosa è realmente accaduto a Marianne lasciandoci, per questo, un po' di amaro in bocca.
In definitiva, la storia mi è piaciuta, l'ho trovata molto delicata e molto toccante scritta molto bene, con flashback evocativi e descrizioni dei personaggi interessanti ed accurate che si destreggiano tra speranza e dolore; come al solito potrei dire molto di più ma penso sia il caso di fermarsi per non spoilerare erroneamente qualcosa che possa far capire momenti importanti della storia.


"Siamo nate senza poter scegliere, cresciute in mezzo alle tragedie altrui e trascinate dalle correnti della vita. E' questo che mi fa piangere, questa tristezza, questa inevitabilità. Siamo troppo giovani per sapere come liberarci e troppo deboli per reagire. Le nostre vite sono una serie di definizione di cruciverba di cui nessuno conosce le risposte."







DECISAMENTE COLPITA !


PASSATE A DARE UN'OCCHIATA ANCHE ALLA ALTRE TAPPE DEL BLOGTOUR PER SCOPRIRE DI PIU' SU LIBRO ED AUTRICE!




Ringraziamo inoltre Carlo di The Room Tales per i banner di questo blogtour!

Enjoy,
Chiara🎈

2 commenti:

  1. L'ho appena terminato e, sinceramente, sono rimasta abbastanza delusa. Mi aspettavo una storia più intensa, invece la malattia di Ravine mi è parsa descritta in maniera alquanto superficiale, così come la sua repentina guarigione, che ho trovato affrettata e quasi del tutto irreale. Anche i capitoli relativi al passato di Ravine e alla sua amicizia con Marianne mi hanno lasciata, alla lunga, un senso di noia e spossatezza che mi ha fatta arrivare alla fine del romanzo con la voglia di chiuderlo e lasciarlo andare prima possibile.

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    1. Sicuramente ci sono state cose che anche a me hanno lasciato basita, però considerando che è un progetto nato quando la scrittrice aveva 16 anni mi sono concentrata sui lati positivi che sono trasmessi. Sicuramente il ritmo non è incalzante all'ennesima potenza, e questo può un po' allontanare dalla lettura :)

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