Interviste

giovedì 17 gennaio 2019

BLOGTOUR/REVIEW PARTY "Addicted" di Paolo Roversi - RECENSIONE

Buongiorno amici dei libri, buon giovedì!
Ad una settimana di distanza dall’inizio dell’evento dedicato al nuovo romanzo di Paolo Roversi, oggi, io e le mie colleghe blogger siamo qui per dirvi i nostri pensieri riguardo alla storia, allo stile e a tutto quello che ci ha colpito oppure no attraverso un Review Party!

L'immagine può contenere: una o più persone e testo

Risultati immagini per addicted roversi


Titolo: Addicted
Autore: Paolo Roversi
Editore: SEM
Genere: Thriller
Pagine: 192
Prezzo: 16,00€ ed.cartacea - 7,99€ ed.digitale
Data di pubblicazione: 17 Gennaio 2018

Rebecca Stark è una brillante psichiatra londinese che ha messo a punto un innovativo sistema per guarire la gente dalle proprie ossessioni. Il metodo Stark è così efficace che un magnate russo, Grigory Ivanov, decide di affidarle la conduzione della Sunrise, la prima di una serie di cliniche all’avanguardia, disseminate in tutto il pianeta, che aiuteranno le persone ad affrancarsi dalle loro peggiori addiction. Viene così lanciata una campagna pubblicitaria a livello mondiale. Il primo centro apre in Italia, in Puglia, all’interno di un’antica masseria ristrutturata, circondata da campi e ulivi. Un posto perfetto per accogliere i pazienti che, come parte integrante della cura, dovranno lavorare, cucinare e dedicarsi alle pulizie. Vivranno, insomma, come una piccola comunità isolata. Fra le centinaia di richieste che arrivano vengono selezionati sette candidati da diversi Paesi: Lena Weber, ossessionata dalla perfezione fisica; Jian Chow, web designer e hacker voyeur; Rosa Bernasconi, una ragazza tecno dipendente; Claudio Carrara, giocatore d’azzardo compulsivo; Julie Arnaud, manager ninfomane; Tim Parker, trader cocainomane; e, infine, Jessica De Groot, autolesionista. All’inizio della terapia tutto sembra girare nel migliore dei modi ma, ben presto, alcuni pazienti scompaiono misteriosamente. Complice una pioggia torrenziale che tiene segregati gli ospiti, impedendogli la fuga e ogni contatto con l’esterno, comincia da quel momento un macabro gioco al massacro.




Rebecca Stark è una psichiatra londinese che si occupa di aiutare i suoi pazienti a controllare le loro addiction, le dipendenze patologiche, attraverso un metodo innovativo creato proprio da lei, ed eseguito con l'aiuto dell'infermiere ed amico Dennis.
Per anni la psichiatra sviluppa ed articola sempre di più il suo progetto e, quando un suo ex paziente, un magnate russo ormai guarito, le propone di diffondere sempre di più il suo metodo lei non può rifiutare: parte alla volta della Puglia, insieme al fidato Dennis per coordinare un'antica masseria adibita, proprio dal magnate, a clinica immersa nella natura più incontaminata, pronta ad accogliere altre persone con dipendenze patologiche e bisognose di aiuto concreto.
Il magnate lascia totalmente carta bianca alla donna, che si mette subito all'opera e ricerca tra tutti i candidati solo sette persone, tutte con addiction diverse.
I pazienti sono persone che arrivano da luoghi e culture diverse, che hanno come elemento comune, appunto, il fatto di essere divorati dalle loro dipendenze: ninfomania, ludopatia, abuso di droghe, autolesionismo, tecnodipendenza, vouyerismo sessuale virtuale ed ossessione per la forma fisica sono le sette dipendenze prese in esame dalla dottoressa, che si mette, sin dal momento dell’arrivo dei suoi pazienti, all’opera, imponendo loro l’uso dell’inglese come lingua comune e vietando categoricamente ogni dispositivo elettronico, per per evitare ogni genere di contatto con il mondo esterno, per sviluppare al meglio la fiducia e la collaborazione all'interno del gruppo, e soprattutto per evitare ogni sorta di istigazione o incitamento a ricadere nella propria dipendenza, allontanandoli il più possibile ed evitando persino il loro ricordo, tenendo i pazienti occupati e lontani da distrazioni di ogni sorta.


La vita all’interno della masseria per Rebecca, Dennis, il loro aiutante impostogli dal magnate russo ed i sette pazienti non è semplice: la collaborazione è tutto e, complice il totale isolamento si innescano all’interno del gruppo diverse dinamiche che muovono questa numerosa ruota.
Dopo i primi momenti di destabilizzazione, però, cambia l’aria: i pazienti, che continuano comunque ad avere dei contrasti, iniziano a muoversi come una macchina ben oliata, anche e soprattutto perché hanno scoperto qualche trucchetto per eludere la stretta sorveglianza e le severe regole imposte dalla dottoressa e vivono con più serenità il percorso intrapreso.
Dopo i primi giorni però accade l’impensabile e il precario equilibrio si spezza quando vengono trovati due dei sette pazienti morti. Un assassino si aggira tra le ombre della masseria.
Mentre Rebecca e i sopravvissuti si muovono per capire cosa sta succedendo, la scia di sangue sembra non assopirsi, infatti a poco a poco tutti cadono vittime di questa misteriosa mano assassina, rivelando un terrificante segreto ben custodito tra le pietre della masseria.


Comincio subito dicendo che ho letto questo romanzo in una sola serata, e la lettura è stata fluida e coinvolgente, complice il fatto che l’autore abbia deciso di non perdere tempo con spiegazioni accessorie ed elementi inutili ai fini della storia e non fossilizzarsi troppo sui singoli personaggi, ma abbia preferito raccontare di loro attraverso le dinamiche relazionali intercorse: questa può essere una carta vincente oppure no a seconda del tipo di lettore che ci si trova davanti, poiché ci sono persone che amano conoscere a pieno i personaggi ed il loro bagaglio per poter empatizzare al meglio nei loro confronti. 
Nonostante a me, generalmente, piaccia che ci siano approfondimenti sui personaggi non ho trovato per nulla fastidioso questo stile di scrittura, volto a mantenere la storia coinvolgente, ma non pesante, veloce e rapida come solo l’assassino che si aggira nella clinica sa essere.


L’associazione di “Addiction” al famosissimo “Dieci piccoli indiani” della Christie viene spontaneo, poiché è evidente che abbiano diversi elementi in comune, come l’inserimento dei sospetti all’interno del gruppo volto alla destabilizzazione degli equilibri nella storia e del lettore oppure la decisione di entrambi gli autori di sviluppare tutta la narrazione in un luogo inaccessibile, hanno reso impossibili le comunicazioni ed hanno lasciato che il sospetto e la paura serpeggiassero tra le vittime, prima di essere colpite una ad una. 
Comunque sia, poi, le due storie, intraprendono due percorsi diversi, supportati da motivazioni diverse che modificano totalmente il senso del libro, quindi sicuramente è giusto accostare “Addicted” all’opera di Agatha Christie, ma senza commettere l’errore di sovrapporli, poiché è evidente che l’intento di Roversi sia opposto a quello della Christie: la seconda, infatti, imputava le scelte fatte dalla misteriosa mano assassina ad una sorta di ricerca di giustizia, mentre il primo ha imputato tutto sul piacere ed il gusto di fare del male, che purtroppo sono capaci di far perdere il controllo.


Torno ora a commentare lo stile dell’autore che devo dire, nonostante a me piacciano i libri belli corposi e ricchi di descrizioni e dettagli e questo sia invece un libricino meno corposo, mi ha coinvolta e non annoiata, poiché, una volta innescata la catena di morte il tempo scorre velocemente e nessuno, nemmeno il lettore, puó in alcun modo fermarlo, e se fosse stato caricato troppo di elementi inutili la storia non sarebbe decollata, al contrario di ora. 
Sicuramente gli amanti del noir, a cui tanto ci ha abituato Roversi, e quelli del thriller apprezzeranno il romanzo e lo vorranno nelle loro librerie, ma credo che questo libro possa adattarsi bene a chi si approccia per la prima volta al genere, giocando sulla completezza della storia che si coadiuva con la compattezza, la brevità della storia, i continui colpi di scena che collimano tutti per regalarci un sorprendente e scioccante colpo di scena finale.


Lo consiglio? Si, lasciatevi trasportare da Roversi nella splendida Puglia, all’interno della masseria dove si curano le dipendenze, lasciatevi spogliare da ogni vostra addiction e scegliete cosa essere, perché lì nell’incontaminata campagna o sarete vittime, o assassini.




Nessun commento:

Posta un commento